Categorie Antiproibizionismo

Cannabis in Europa: leggi e limiti nei paesi Europei

Negli ultimi anni il panorama europeo della cannabis è cambiato rapidamente. Se in alcuni paesi come il nostro vige ancora una linea proibizionista abbastanza rigida, altri stati Europei hanno intrapreso percorsi di legalizzazione o depenalizzazione. Cambiamenti che seppur piccoli, solo qualche anno fa sembravano impensabili, e che oggi non solo aprono nuovi mercati, ma stimolano anche il turismo cannabico. Viaggiare per vivere esperienze legate alla cannabis, un fenomeno fino a poco tempo fa possibile solo oltreoceano, ma che oggi trova spazio anche in Europa.

La situazione in Europa

In gran parte dei Paesi del vecchio continente la cannabis rimane illegale, sebbene si registrino aperture significative. In alcuni Stati infatti è stato depenalizzato il possesso personale, in altri l’utilizzo è tollerato solo in situazioni e contesti specifici (coffeeshop, CSC). In generale, si osserva un rallentamento delle politiche repressive, soprattutto per ragioni sanitarie ed economiche, mentre in altri casi si inaspriscono.

In Italia, la cannabis resta illegale per uso ricreativo mentre l’uso terapeutico è legale da oltre 10 anni, ma la gestione pratica varia a seconda delle regioni: in alcune è fornita gratuitamente, in altre invece è disponibile solo a pagamento generando disuguaglianze nell’accesso alle cure tra i cittadini.

La cannabis legale in Europa

Malta

Alla fine del 2021 Malta è diventata il primo Paese europeo a legalizzare la cannabis per uso ricreativo. La legge adottata consente agli adulti di possedere fino a 7 grammi e di coltivare fino a quattro piante per uso personale. È inoltre permessa la creazione di associazioni non profit per la distribuzione controllata tra membri registrati ed il consumo in luoghi pubblici è vietato. Questa normativa ha aperto la strada alla creazione di un sistema regolamentato che punta a sottrarre la produzione e la vendita al mercato illegale.

Per ora il turismo della cannabis a Malta è limitato, in quanto solo i residenti possono iscriversi ai club.

Germania

La Germania ha legalizzato la cannabis da poco più di un anno, aprile 2024, diventando il più grande Paese europeo a farlo. Un cambiamento che dà una scossa al mercato cannabico europeo. Gli adulti possono possedere fino a 25 grammi in pubblico, 50 grammi in casa e coltivare fino a tre piante. Sono previsti Cannabis Social Club con massimo 500 membri, autorizzati alla coltivazione e distribuzione interna, già presenti nel paese.

La vendita commerciale resta vietata, ma l’apertura della Germania è considerato un passo storico che potrebbe diventare il riferimento europeo per il mercato legale, influenzando altri paesi e aprendo al turismo tematico.

Lussemburgo

Dal 2023 il Lussemburgo ha legalizzato la cannabis per uso domestico: gli adulti possono coltivare fino a quattro piante e possedere piccole quantità per uso personale.
L’uso pubblico e la vendita restano proibiti, ma la legge rappresenta una svolta simbolica in un Paese finora molto conservatore sul tema.
L’impatto sul turismo è minimo, ma il modello lussemburghese ha rafforzato la tendenza verso la depenalizzazione controllata.

cannabis in europa

La cannabis depenalizzata in Europa

Belgio

In Belgio la cannabis è solo depenalizzata per piccole quantità: il possesso fino a 3 grammi o una pianta può portare a una multa, ma è comunque illegale. Non è permesso coltivare liberamente, né consumare apertamente, e non esiste un vero quadro di legalizzazione.

Paesi Bassi

Amsterdam e altre città olandesi sono state, e lo sono ancora, per decenni la meta europea del turismo della cannabis. Tuttavia, la cannabis non è tecnicamente legale: la vendita nei coffeeshop è tollerata a determinate condizioni (massimo 5 grammi per cliente, divieto di pubblicità e vendita ai minori). La produzione e la fornitura ai coffeeshop restano illegali, generando un “paradosso normativo”.

Negli ultimi anni il governo olandese ha introdotto misure per limitare il turismo legato alla cannabis. Introducendo il cosiddetto “wietpas”, o weed pass, che limita l’accesso ai coffeeshop ai soli residenti olandesi in alcune regioni. Questa misura introdotta nel 2012 è applicata in particolare in molte città di confine come Limburgo, Brabante Settentrionale e Zeeland, dove molti visitatori provengono da Belgio, Germania e Francia per comprare cannabis nei coffeeshop.

Spagna

In Spagna l’uso e la coltivazione in ambito privato non sono puniti, e sono nati migliaia di cannabis social club, soprattutto in Catalogna e nei Paesi Baschi.

I club funzionano come associazioni non profit in cui i membri coltivano e condividono la cannabis, ma solo i residenti possono tesserarsi legalmente. Il possesso o il consumo in luoghi pubblici restano vietati.

Negli ultimi anni Barcellona è diventata una delle capitali europee della cultura cannabica, ma le autorità stanno cercando di evitare derive turistiche eccessive, limitando l’accesso ai club ai soli residenti.

Portogallo

Dal 2001 il Portogallo ha depenalizzato l’uso di tutte le droghe, compresa la cannabis. Chi viene trovato con quantità riconducibili all’uso personale non rischia il carcere, ma può essere convocato da una commissione sanitaria.

La vendita resta illegale, ma il modello portoghese è considerato un esempio di politica pragmatica che ha ridotto danni e incarcerazioni.

Repubblica Ceca

Dal 2010 il consumo e il possesso di piccole quantità di cannabis è depenalizzato: avere con sé fino a 15-20 grammi o coltivare poche piante di solito comporta una multa amministrativa, e non è considerato un reato. Tuttavia, dal 2026 dovrebbe entrare in vigore una riforma più ampia che legalizzerà esplicitamente la coltivazione domestica fino a tre piante per gli adulti e il possesso fino a 25 grammi in pubblico o 100 grammi in casa.

Svizzera

In Svizzera il possesso di piccole quantità è spesso trattato come infrazione amministrativa o non perseguito penalmente. Attualmente è in corso una sperimentazione federale che consente la vendita regolata di cannabis in alcune città come Zurigo e Basilea, per valutare l’impatto sociale della legalizzazione.

Marocco

Il Marocco è storicamente uno dei maggiori produttori mondiali di cannabis, tuttavia, a livello legale, la situazione è ancora restrittiva: la coltivazione e il consumo sono illegali per uso ricreativo, ma negli ultimi anni il governo ha iniziato a permettere l’uso medico e industriale della cannabis, principalmente per prodotti a base di CBD o per la produzione farmaceutica e cosmetica. Quindi, anche se il Marocco ha una lunga tradizione legata alla cannabis, oggi è più vicino a un modello di regolamentazione controllata piuttosto che a una legalizzazione piena.

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La tendenza generale in Europa è verso una maggiore tolleranza e sperimentazione regolata. Dopo Malta, Lussemburgo e Germania, altri Paesi – come Repubblica Ceca, Svizzera e Paesi Bassi – stanno discutendo modelli di legalizzazione più chiari e trasparenti. Tuttavia, la frammentazione normativa rende difficile per i turisti orientarsi e crea un quadro in cui la cannabis può essere legale in un paese e illegale in quello confinante.

La legalizzazione della cannabis in Europa è solo una questione di tempo. Per ora, chi viaggia deve informarsi attentamente: la cannabis può essere legale per un residente e illegale per un turista, o consentita solo in luoghi privati. Il futuro del turismo cannabico in Europa dipenderà da come i governi riusciranno a conciliare libertà individuale, tutela della salute e sostenibilità urbana.

La cannabis nel resto del mondo

USA

Negli Stati Uniti, la cannabis rimane illegale a livello federale, ma molti stati l’hanno legalizzata per uso medicinale e, in alcuni casi, anche ricreativo: le leggi sono quindi frammentarie e cambiano drasticamente da uno stato all’altro.

Canada

In Canada, invece, la cannabis è completamente legale dal 2018 sia per uso medico sia per uso ricreativo, con regolamentazioni nazionali piuttosto chiare su produzione, vendita e consumo.

Sud America

In Sud America, la situazione è più variegata: l’Uruguay è stato il primo paese al mondo a legalizzare la cannabis ricreativa nel 2013, mentre in altri paesi come il Brasile e il Venezuela l’uso resta illegale, anche se ci sono eccezioni per uso medico o culturale in alcune regioni.

Thailandia

In Thailandia la situazione è stata sorprendentemente rapida negli ultimi anni. Fino a poco tempo fa la cannabis era completamente illegale, ma nel 2018 il Paese ha legalizzato l’uso medicinale, diventando il primo in Asia a farlo. Nel 2022, la Thailandia ha compiuto un passo ancora più drastico rimuovendo la cannabis dalle sostanze controllate, rendendola di fatto legale per uso personale e culinario, anche se ci sono ancora limiti: non è permesso fumarla in pubblico o usarla in contesti che possano disturbare gli altri, e le aziende devono rispettare regolamentazioni specifiche per la produzione e la vendita. È quindi uno dei pochi paesi asiatici con una politica relativamente permissiva.

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In Europa la cannabis sta attraversando una fase di transizione molto forte tra paesi che sperimentano modelli di legalizzazione, mentre altri si aprono alla cannabis ma con un approccio più prudente. È evidente che il continente sta ridefinendo il proprio rapporto con la cannabis, che potrebbe diventare una risorsa preziosa se gestita in modo responsabile e funzionale. Il vento del cambiamento sta già soffiando.

A cura di
Enrica Cappello
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