Pionieri, artisti e attivisti: i personaggi che hanno segnato la cultura della cannabis
Negli ultimi decenni, la cultura della cannabis è uscita dall’ombra per diventare un vero e proprio fenomeno globale. Artisti, attivisti e imprenditori hanno contribuito, spesso lottando, a cambiare la percezione pubblica di questa pianta, trasformandola da tabù sociale a simbolo di libertà, creatività e progresso. Molti ne hanno esaltato e diffuso le proprietà e i benefici, contribuendo a una nuova consapevolezza collettiva.
Sono tantissime le personalità che hanno partecipato a questo cambiamento, ma alcuni nomi sono diventati davvero iconici — figure che, tra provocazioni e visioni pionieristiche, hanno lasciato un segno indelebile nella storia della cannabis.
Jack Herer
Attivista per la legalizzazione della cannabis e per l’uso industriale della canapa, è autore del libro The Emperor Wears No Clothes (1985), considerato un testo fondamentale contro il proibizionismo.
Già nel 1973 Jack fu co-autore del fumetto Grass: Great Revolutionary American Standard System, una guida informale per valutare la qualità della marijuana, venduta clandestinamente in milioni di copie. Nel 1979 aprì uno dei primi negozi di canapa negli Stati Uniti, con la missione principale di divulgare il più possibile le potenzialità della pianta. Arrestato nel 1983, durante uno dei suoi periodi dietro le sbarre, diede vita al suo best seller, The Emperor Wears No Clothes. Non trovando però nessun editore disposto a pubblicare il libro, decise di fare tutto da solo, occupandosi sia della stampa che della distribuzione, e fu un successo clamoroso. Oggi il libro è tradotto in dodici lingue e ha venduto quasi un milione di copie. Dopo numerosi problemi di salute, Herer morì nel 2010, lasciando un’eredità fondamentale nella lotta contro il proibizionismo.

Franco Casalone
Soprannominato “il guru della canapa”, Franco Casalone è stato una figura centrale nel panorama cannabico italiano. Appassionato fin da giovane dal mondo naturale, sviluppò un particolare interesse per la canapa, promuovendone il potenziale rivoluzionario.
Dopo aver vissuto per diversi anni in India e aver appreso molte conoscenze sulla cannabis, tornò in Italia per diffonderle. Autore del libro Il canapaio, uscito nel 1996 e diventato rapidamente uno dei libri di riferimenti per chi si avvicinava alla coltivazione domestica e alla cultura della canapa, soprattutto in quegli anni. Se oggi in Italia esiste una cultura consapevole della cannabis, è anche grazie a pionieri come lui, che si sono esposti in prima persona per l’utilizzo della cannabis terapeutica, affrontando numerosi ostacoli e problemi legali. Scomparso prematuramente e improvvisamente nel 2023, Casalone ci lascia un patrimonio culturale vasto e difficile da eguagliare.
Howard Marks
Gallese di nascita, divenne uno dei più famosi contrabbandieri di hashish del mondo, tanto da ispirare il film Mr. Nice.
Durante la sua carriera affermò di aver trasportato decine di tonnellate di hashish alla volta, utilizzando vari soprannomi e collaborando con diverse organizzazioni internazionali. Dopo essere stato arrestato, scontò solo 7 dei 25 anni di reclusione previsti, per poi essere rilasciato. In seguito alla liberazione scrisse la sua autobiografia Mr. Nice, pubblicata nel 1996, divenuta un cult letterario e cinematografico. Nonostante l’attività illecita, è diventato un simbolo di ribellione contro le assurde leggi proibizioniste dell’epoca e una figura di culto del movimento per la legalizzazione.

Ed Rosenthal
Considerato uno dei massimi esperti mondiali di coltivazione della cannabis, Ed Rosenthal è anche un dei pioniere della legalizzazione e dell’attivismo pro-cannabis negli Stati Uniti.
Ha scritto oltre 70 libri e guide, tra cui il celebre Marijuana Grower’s Handbook, considerato la “bibbia” della coltivazione della cannabis moderna. Per anni ha curato la rubrica Ask Ed su High Times, storica rivista americana sulla cannabis. Tra gli argomenti dei suoi libri, anche l’uso terapeutico e l’attivismo pro legalizzazione. Negli ultimi anni ha insegnato all’Università di Oakland, prima università dedicata alla cannabis, con dei corsi basati principalmente sulla coltivazione della cannabis e gli aspetti scientifici della pianta.

Mila Jansen
Nominata “Queen of Hash”, Mila Jansen è una delle figure femminili più influenti nel mondo della cannabis. Di origini olandesi, grande esperta di hashish, ha rivoluzionato la produzione di estratti grazie all’invenzione del Pollinator nel 1994, la prima macchina per la produzione di hash capace di separare il materiale vegetale della pianta (foglie e cime), e successivamente ha ideato le sacche Ice-o-Lator.
Partita dall’Olanda, ha viaggiato in tutto il mondo, in particolare in quei luoghi dove la cannabis è culturalmente accettata e integrata come Himalaya, India, Pakistan e Stati Uniti diffondendo conoscenze e tecniche legate alla produzione di estratti di cannabis. Inserita tra le 100 persone più influenti del settore, e riconosciuta come una pioniera che ha contribuito in modo determinante alla cultura cannabica internazionale.
Bob Marley
Icona mondiale della musica reggae, Bob Marley è stato non solo un grande artista, ma anche un simbolo universale di pace, resistenza e spiritualità.
Per Marley, fumare cannabis era un rituale spirituale sacro, parte integrante della sua fede rastafariana e strumento di connessione con Jah, il divino. La sua musica, intrisa di messaggi di libertà e armonia, ha contribuito a trasformare la cannabis in un simbolo globale di consapevolezza e ribellione spirituale. Ancora oggi, il suo nome resta strettamente legato alla cannabis.
Rick Simpson
Attivista canadese, è diventato una figura leggendaria nella cultura della cannabis per aver promosso l’uso terapeutico dell’olio di cannabis concentrato, fatto da lui e conosciuto come RSO (Rick Simpson Oil).
L’RSO è noto per i suoi effetti terapeutici riportati, ma non riconosciuti ufficialmente. Intorno agli anni 2000, divenne molto conosciuto dopo aver raccontato di aver usato il proprio olio per trattare un tumore cutaneo con successo, ma in generale anche patologie molto gravi. Questo lo spinse a condividere la sua ricetta e battersi per il diritto all’uso medico della cannabis. La sua storia ha ispirato e aiutato migliaia di pazienti nel mondo, riaccendendo il dibattito sull’uso medico della pianta.
Raphael Mechoulam
Considerato il padre della moderna farmacologia dei cannabinoidi, Raphael Mechoulam isolò per la prima volta il THC negli anni Sessanta, il principale composto psicoattivo della pianta, e in seguito anche il CBD, noto per le sue proprietà terapeutiche senza effetti psicotropi.
Fu tra i primi a studiare il sistema endocannabinoide umano, scoprendo il ruolo cruciale dei cannabinoidi nel mantenimento dell’equilibrio fisiologico del corpo. Grazie ai suoi studi, la cannabis è passata dall’essere vista come una sostanza proibita a una risorsa medica con applicazioni terapeutiche concrete. Il suo lavoro ha aperto la strada a farmaci innovativi e ha fornito una solida base scientifica al movimento della cannabis medica, influenzando generazioni di ricercatori e cambiando la percezione della pianta in tutto il mondo.

Questi personaggi – scienziati, attivisti, artisti e visionari – hanno contribuito in modi diversi ma complementari a cambiare il destino della cannabis nel mondo. La loro eredità continua a vivere, ispirando nuove generazioni a guardare alla cannabis non come a un tabù, ma come a una risorsa naturale, sociale e culturale da comprendere e valorizzare.