Su questo sito puoi trovare prodotti a base di Canapa, tra cui le "infiorescenze di Cannabis Sativa L". Quest'ultime hanno un THC inferiore ai limiti di legge e sono vendute ai sensi della normativa 242/16.
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Fino alla metà dell’Ottocento, la Cannabis a uso medico era diffusa in tutta Europa, fino a quando le forti restrizioni da parte dei governi di tutto il mondo ne hanno decretato un rapido declino.
La situazione ha cominciato a cambiare a metà degli anni ’60 grazie al lavoro di ricerca di uno scienziato israeliano, il professor Raphael Mechoulam, che per primo riuscì a isolare e analizzare il tetraidrocannabinolo (THC) e a scoprire il CBD. Le sue pubblicazioni costituiscono la base per la ricerca scientifica sulla Cannabis e da allora l’interesse da parte della comunità scientifica non ha mai smesso di crescere. Nel mondo è cambiata la percezione del potenziale terapeutico della Cannabis, che ha cominciato a ricevere maggiore attenzione da medici e pazienti e ha avviato la regolamentazione da parte dei governi.
A partire dal 2006 anche in Italia, secondo quanto stabilito dal Ministero della Salute, i medici possono prescrivere farmaci galenici preparati da farmacie autorizzate. Per produrre questi farmaci, viene utilizzato il Dronabinol. Si tratta di una sostanza attiva vegetale ottenuta dalle infiorescenze di Cannabis coltivata previa autorizzazione da parte dell’Organismo Statale per la Cannabis.
Dal 2013 può essere prescritto da parte del neurologo anche il SativexR, prodotto registrato come medicinale a base di estratti di Cannabis. È classificato come medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, da rinnovare volta per volta.
I medicinali a base di Cannabis possono essere assunti tramite due specifiche modalità previste dal Ministero:
Decotto (assunzione per via orale): prevede l’immersione del preparato galenico in acqua bollente da mantenere in infusione per circa 10/15 minuti, per poi filtrare il decotto ottenuto prima di procedere all’assunzione mediante ingestione.
Vaporizzazione (assunzione per inalazione): in questo caso si utilizza uno specifico dispositivo elettronico che, mediante riscaldamento, genera una quantità di vapore, successivamente inalato dal paziente.
I dosaggi e le modalità di assunzione variano in funzione di quanto previsto dal piano di trattamento redatto dal medico responsabile della prescrizione di tale trattamento.
Il THC e il CBD possono essere utilizzati in medicina in relazione a molte patologie tra cui:
La prescrizione di preparazioni magistrali a base di Cannabis FM2 può essere effettuata da qualsiasi medico abilitato e iscritto all’Ordine dei Medici. La prescrizione deve essere redatta su una ricetta magistrale non ripetibile (RNR) in conformità con l’articolo 5 della Legge 94/98, nota come “legge Di Bella”.
Secondo quanto stabilito dal decreto ministeriale approvato dal Ministero della Salute, possono ricorrere ai trattamenti a base di Cannabis terapeutica tutti quei pazienti che non hanno ottenuto benefici attraverso le terapie convenzionali o che hanno sofferto di effetti secondari non tollerabili, o che necessitano di dosaggi tali da determinare la comparsa di effetti collaterali.
Qualunque prodotto a base di cannabinoidi può essere reperito esclusivamente nelle farmacie galeniche del territorio nazionale o presso le AUSL che la dispensano.
Le farmacie dispensano Cannabis medicinale sia in forma grezza (infiorescenze intere o granulari) che in forma di preparato galenico. Il farmacista deve attenersi alle indicazioni riportate dal medico curante nella ricetta e vendere il farmaco solo a dose e forma di medicamento, ovvero ripartito in bustine/cartine nel dosaggio e nella forma specificata. Attualmente, la produzione e la distribuzione di cannabis terapeutica sono gestite dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze.
La Cannabis medicinale è considerata un farmaco galenico e come tale soggetta a detrazione fiscale secondo le applicazioni del Decreto ministeriale in materia. Le modalità del rimborso tuttavia sono di competenza dei singoli Sistemi Sanitari Regionali che deliberano autonomamente anche sulla prescrizione e preparazione del farmaco.
Coltivare piante di Cannabis con THC superiore allo 0,6% è un reato, anche se in presenza di prescrizione medica. È possibile che tale condotta non assuma rilevanza penale, purché segua alcuni criteri definiti dalla sentenza delle Sezioni Unite penali della Cassazione n. 12348/20.
La coltivazione domestica svolta in maniera rudimentale (senza una predisposizione sofisticata di mezzi e strutture), con un limitato numero di piante e finalizzata al solo consumo personale è ritenuta ammissibile dal punto di vista penale. Tuttavia, non può essere escluso il rischio di un’indagine penale, una perquisizione con conseguente sequestro delle piante, finanche un vero e proprio processo.
Se desideri maggiori informazioni su questo argomento puoi provare a consultare questi siti:
Società Italiana Canapa Medica
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