Coltivazione indoor: consigli e strumenti essenziali
La cannabis, e in particolare la sua coltivazione, da sempre criminalizzata e osteggiata, ha spinto nel tempo la nascita di un movimento “clandestino” di coltivatori domestici. Molti di loro, mossi da motivazioni personali, terapeutiche o mediche, hanno scelto di coltivare in modo indipendente, lontano dai circuiti illegali e da logiche di mercato non chiare, disobbedendo ad una legge ritenuta ingiusta.
Le tecniche e gli accorgimenti per una buona coltivazione indoor possono essere semplici e gestibili anche per chi è alle prime esperienze. Si può scegliere di coltivare in terra o in cocco se non si è esperti, oppure in idroponica o aeroponica se si ha più esperienza.
Dalla scelta delle varietà al setup, della stanza di coltivazione fino alla concia, vediamo nel dettaglio i passaggi fondamentali per una coltivazione indoor di successo.

Scelta della varietà da coltivare
È consigliato valutare con attenzione la varietà da coltivare, decidendo se utilizzare i semi regolari, femminilizzati, autofiorenti o talee/cloni. Nella scelta del seme è utile considerare gusto, aroma, resa e facilità di coltivazione, puntando a genetiche stabili e adatte al proprio livello di esperienza.
Semi regolari
Questi semi vengono prodotti naturalmente da una pianta femmina impollinata da una di sesso maschile, possono produrre piante di entrambi i sessi. Sono semi molto robusti e resistenti, ideali per i coltivatori più esperti che desiderano fare selezione genetica, in quanto conservano la variabilità naturale e i relativi tratti genetici.
Semi femminilizzati
Diversamente dai semi regolari, i semi femminilizzati sono ottenuti tramite tecniche che eliminano il cromosoma maschile, garantendo solo piante di sesso femminile, più uniformi e produttive. Adatti a chi desidera coltivazioni prevedibili e omogenee.
Semi autofiorenti
Derivano da incroci con la Cannabis ruderalis, una sottospecie di cannabis che fiorisce in base all’età e non al fotoperiodo. Dopo 2-4 settimane di crescita iniziano automaticamente la fioritura, indipendentemente dal ciclo di luce, completando il ciclo in 30-90 giorni. Sono ideali per i principianti, anche se producono raccolti leggermente inferiori rispetto alle varietà fotoperiodiche.
Talee o cloni
In alternativa si possono usare le talee, o cloni, porzioni di pianta prelevate e propagate per ottenere individui geneticamente identici alla pianta madre. Questa tecnica garantisce uniformità e stabilità nei cicli successivi, ma richiede un po’ di esperienza e attrezzature adeguate.

Setup della growroom
Una volta scelto il tipo di seme e la genetica, si passa all’impostazione della growroom, ovvero la stanza di coltivazione, funzionale e discreta. Idealmente dev’essere uno spazio ben areato, riservato e facilmente controllabile in termini di luce, temperatura e umidità.
Illuminazione
La scelta del tipo di luce incide direttamente su resa e qualità. In base al budget e allo spazio a disposizione ci sono alcune opzioni:
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HPS
Questo tipo di illuminazione garantisce più calore e di conseguenza rese più abbondanti. Le HPS sono differenti in base alla fase di coltivazione e si distinguono per spettro: tono più freddo per la fase vegetativa e tono più caldo per l’ultima fase di fioritura. Non sono eccessivamente costose ma consumano più energia, anche se esistono versioni a basso consumo.
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LED
Più costosi ma estremamente efficienti. I LED di nuova generazione permettono risparmio energetico e spettri regolabili per ogni fase di crescita, offrendo risultati di qualità paragonabili alle HPS con minore produzione di calore.
Ventilazione, estrazione e controllo umidità
Un buon ricambio d’aria è essenziale per evitare muffe e mantenere un microclima stabile.
L’estrattore non è altro che un ventilatore potente che espelle l’aria calda e umida, permettendo l’ingresso di aria fresca. Spesso si usa con i filtri ai carboni attivi che neutralizzano gli odori indesiderati. La sua principale funzione è mantenere umidità e temperatura stabili, evitando odori sospetti.
Il deumidificatore, invece, serve a mantenere l’umidità sotto controllo, ed è necessario per prevenire muffe. In fase vegetativa l’umidità relativa (UR) dovrebbe essere tra il 65% e il 75%, mentre in fioritura non dovrebbe superare il 50%.
In base all’ambiente alla dimensione sul mercato ci sono diverse tipologie di estrattori e deumidificatori, adatti a tutte le esigenze.
Temperatura e pH
La temperatura ideale della stanza di coltivazione si aggira tra i 20° e 28° C.
Il pH del substrato è un altro elemento molto importante per la buona riuscita della coltivazione: deve essere né troppo acido né troppo alcalino. In genere per le coltivazioni in terra va mantenuto tra i 6.2 e 6.8, mentre in cocco 5.8 e 6.2. Esistono appositi misuratori digitali e correttori specifici per stabilizzare i valori.
Substrato
Il substrato è la base della coltivazione: può essere terra, fibra di cocco, idroponica o aeroponica. Le ultime due sono consigliate per i più pratici ed esperti. I coltivatori meno esperti possono affidarsi a substrati prefertilizzati, che garantiscono alcune settimane di autonomia prima di dover integrare nutrienti. I coltivatori più esperti possono gestire substrati neutri con nutrienti personalizzati.
Nutrienti
Durante la crescita la pianta necessita di un apporto equilibrato di macro e micronutrienti (azoto, fosforo, potassio, calcio, magnesio, ferro, ecc.), necessari per il buon sviluppo della pianta. Molte aziende offrono kit appositi completi con tabelle di alimentazione consigliate, mentre i più esperti possono personalizzare i nutrienti da integrare in base alla fase e alle esigenze della pianta.
Crescita
Le fasi della crescita di una pianta iniziano con la germinazione, ovvero quando il seme in acqua, produce la sua prima radice. Dopo 1-2 settimane comincia la fase vegetativa vera e propria, durante la quale la pianta sviluppa struttura e cresce rapidamente grazie a luce, acqua e nutrienti. È una fase in cui è necessario un controllo costante e una corretta gestione della growroom per evitare instabilità della pianta e l’eventuale comparsa di parassiti che possano danneggiarla o comprometterla completamente.
Dopo circa 3-4 settimane compaiono i primi pistilli e inizia la fase di fioritura, che dura da 4 a 8 settimane a seconda della varietà scelta. In questa fase è fondamentale assicurare che la pianta abbia tutti gli elementi per crescere in forma (luce, umidità, nutrienti).
Raccolta, essiccazione e concia
Terminata la fioritura, si procede con il momento tanto desiderato dai grower: la raccolta. In questa fase i fiori vengono tagliati ed essiccati in un’ambiente buio, ventilato e con un’umidità controllata (45-55%) per circa 10-15 giorni.
Segue la concia, durante la quale i fiori vengono conservati in contenitori ermetici, aprendoli periodicamente per favorire l’areazione e migliorare aroma e qualità. Questa fase può durare da 2 settimane a 2 mesi.

La coltivazione indoor della cannabis richiede attenzione, costanza e conoscenze di base su luce, clima e nutrizione. Con un buon setup e la scelta delle varietà giuste, è possibile ottenere piante sane e di qualità.
Conoscere, rispettare e prendersi cura delle proprie piante non è solo un gesto tecnico, ma anche un esercizio di responsabilità e consapevolezza.
A cura di
Enrica Cappello
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DISCLAIMER
Le informazioni contenute in questo articolo hanno esclusivamente scopo informativo e divulgativo. Non intendono in alcun modo promuovere, incoraggiare o giustificare attività che siano vietate dalla legge vigente. La coltivazione di cannabis può essere soggetta a restrizioni o divieti legali: si invita pertanto ogni lettore a informarsi sulle normative in vigore nel proprio Paese o territorio prima di intraprendere qualsiasi attività.