Cannabis per il dolore cronico: un nuovo studio
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha intensificato gli sforzi per individuare alternative terapeutiche efficaci nel trattamento del dolore, soprattutto considerando gli effetti collaterali e il potenziale di dipendenza associati all’uso prolungato dei tradizionali farmaci da prescrizione. Il recente studio pubblicato su Pain, offre nuove prospettive sull’efficacia della Cannabis per il trattamento dolore cronico e la riduzione di oppioidi.
Sono molti ormai i lavori scientifici pubblicati che dicono che la Cannabis ha un suo razionale nel trattamento del dolore. Il tema è molto sentito, perché il dolore cronico colpisce il 25% della popolazione e su questo segmento agiscono le multinazionali farmaceutiche, producendo antinfiammatori, ansiolitici, antidepressivi e oppiacei.
Lea Cannabis agisce riducendo ansia e depressione, migliorando il sonno e alleviando il dolore: il paziente può trovarsi a sperimentare una migliore qualità generale della vita che è già un ottimo risultato laddove – in molti casi – non ci sono armi per curare il problema alla radice.
I risultati dello studio: Cannabis efficace nella riduzione del dolore
Di recente è stato pubblicato su Pain (l’organo ufficiale della International Association for the Study of Pain) l’esito di uno studio che ha confrontato l’efficacia della Cannabis medica con quella dei farmaci analgesici tradizionali, offrendo nuove prospettive sul trattamento del dolore cronico. Lo studio ha confermato che la Cannabis può rappresentare una scelta terapeutica valida per il trattamento del dolore cronico, offrendo un’efficacia superiore rispetto ai farmaci da prescrizione e contribuendo alla riduzione dell’uso di oppioidi.
Condotto all’interno di un sistema sanitario con supervisione medica, lo studio ha analizzato i dati di 440 pazienti certificati per l’uso di marijuana medica per il dolore cronico. A distanza di tre mesi dall’inizio del trattamento, il 38,6% di questi pazienti ha riportato un miglioramento clinicamente significativo nel dolore, nella funzionalità e nella percezione generale del proprio stato di salute, mantenendo tali benefici anche a sei mesi.
Riduzione dell’uso di oppioidi grazie alla Cannabis per il trattamento dolore cronico
Uno degli aspetti più rilevanti dello studio riguarda i pazienti in terapia con oppioidi: tra i 157 partecipanti a cui erano stati prescritti questi farmaci, si è registrata una riduzione media del 39,3% nell’uso di morfina equivalente entro sei mesi dall’inizio del trattamento con cannabis medicinale. Questo dato suggerisce che l’integrazione della cannabis nella gestione del dolore possa contribuire a ridurre la dipendenza dagli oppioidi, diminuendo così i rischi associati al loro utilizzo a lungo termine.
Confronto tra Cannabis e farmaci tradizionali
Per valutare l’efficacia della cannabis rispetto ai farmaci tradizionali, i risultati sono stati confrontati con quelli di un gruppo di controllo composto da 8114 pazienti trattati nelle stesse cliniche del dolore con farmaci da prescrizione (oppioidi o non oppioidi). Il tasso di risposta clinicamente significativa a tre mesi nel gruppo della cannabis è stato del 38,6%, superiore a quello del gruppo trattato con farmaci convenzionali, che ha riportato un tasso di risposta del 34,9%.
Inoltre, l’analisi statistica ha rivelato che la probabilità di ottenere un miglioramento con la cannabis medicinale era 2,6 volte superiore rispetto al trattamento farmacologico standard (P < 0,01).
Una valida opzione terapeutica che migliora la qualità della vita
Questi risultati supportano l’opinione che la cannabis medicinale sia un’opzione terapeutica efficace per il dolore cronico, con il potenziale di migliorare la qualità della vita dei pazienti e ridurre la necessità di oppioidi.
Negli Stati Uniti l’impiego indiscriminato di oppioidi ha causato una vera e propria epidemia e rappresenta una grave emergenza sanitaria. Secondo i dati più recenti, nel 2022 si sono registrati circa 108.000 decessi per overdose, con una leggera crescita rispetto ai 107.000 del 2021. Di questi decessi, circa il 70% è attribuibile all’uso di oppiacei, in particolare il Fentanyl, un oppiaceo sintetico estremamente potente.
Uno studio ha analizzato la correlazione tra la legalizzazione della Cannabis negli USA e la dipendenza da oppiacei, evidenziando un calo fino al 35% dei decessi tra i consumatori abituali di medicinali a base di oppio. Un dato in linea con i risultati dello studio pubblicato su Pain.
Verso un nuovo approccio al trattamento del dolore
È importante sottolineare che l’uso della cannabis medicinale deve avvenire sotto stretta supervisione medica, considerando le specifiche condizioni cliniche di ogni paziente e valutando attentamente i potenziali benefici rispetto ai possibili rischi.
La crescente evidenza scientifica a supporto dell’efficacia della cannabis nel trattamento del dolore cronico offre nuove speranze per i pazienti che cercano alternative alle terapie farmacologiche tradizionali, spesso associate a significative controindicazioni.
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La ricerca scientifica ha riconosciuto da tempo le potenzialità terapeutiche del CBD per una vasta gamma di patologie, da quelle più lievi fino al trattamento del dolore cronico.
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