Otto curiosità sulla canapa che molti non conoscono
Quando si parla di canapa, molti pensano subito alle corde dei marinai, ai tessuti rustici e, molto spesso, al suo utilizzo ricreativo. Ma questa pianta millenaria ha una storia lunghissima: i primi ritrovamenti risalgono a circa 8000 a.C. in Cina, dove veniva coltivata per fibre e semi, con resti di corde di canapa intrecciate impresse su frammenti di ceramica del periodo neolitico. La canapa, grazie alla sua estrema duttilità, ha trovato applicazioni in campi insospettabili, dall’archeologia all’arte e all’industria in generale. Alcuni dei suoi utilizzi e delle sue peculiarità sono poco noti ma molto affascinanti, mostrando come questa pianta sia stata, e possa ancora essere, protagonista grazie alla sua estrema poliedricità non sempre conosciuta.
Canapa nei primi jeans Levi’s
Era intorno al 1850 quando Levi Strauss arrivò a San Francisco per aprire un’attività di tessuti e forniture per i cercatori d’oro. In quegli anni vennero confezionati i primi pantaloni Levi Strauss, in denim di cotone robusto, rinforzati con fibra di canapa, perché più resistente e duratura per i cercatori d’oro.
La canapa dietro la parola “canvas”
L’inglese canvas (tela, stoffa grezza) deriva proprio da cannabis, e indica le tele grezze su cui si dipingeva. Alcuni quadri impressionisti e post-impressionisti furono realizzati proprio su tele di canapa, più economiche e robuste del lino.
Olio di canapa per pittura
L’olio estratto dai semi di canapa fu usato come legante per pigmenti nelle pitture a olio medievali e rinascimentali, prima che fosse diffuso l’olio di lino. Grazie alle sue proprietà chimiche, l’olio di canapa permetteva una buona fluidità dei colori e una rapida asciugatura, rendendo le superfici pittoriche più durature.
Le origini della parola canovaccio
La parola canovaccio deriva dal latino medievale cannapacium o cannapaceus, che significa “fatto di canapa”. Da qui, in italiano, canovaccio ha mantenuto il senso di stoffa grezza di canapa. All’inizio canovaccio, indicava un pezzo di tela di canapa usato in cucina, in bottega, o come panno da lavoro. Da lì il termine è rimasto per indicare ancora oggi strofinacci e teli da cucina, anche se non sempre più di canapa.
La canapa negli esperimenti di Edison
Thomas Edison sperimento diverse fibre vegetali carbonizzate, tra cui cotone, bambù e canapa nelle sue prime lampadine a incandescenza. Anche se il filamento definitivo brevettato nel 1880 era in cotone carbonizzato, la canapa fu parte dei primi esperimenti.
Shakespeare e l’enigma della cannabis
Alcuni studi hanno rivelato tracce di cannabis su diversi campioni di pipe e ciotole di argilla del periodo elisabettiano, trovate a Stratford-upon-Avon nella casa di Shakespeare. Tuttavia, anche se molto probabile, non ci sono prove dirette del fatto che il poeta ne facesse uso personale.
Giappone: la canapa per i kimono
Per secoli i kimono erano spesso realizzati in canapa, non di seta o cotone come oggi. Questa fibra, resistente e traspirante, era perfetta per il clima umido e per la vita quotidiana, e per questo veniva utilizzata anche dai samurai come indumento leggero sotto l’armatura. Oltre all’aspetto pratico, la canapa aveva anche un valore simbolico: il motivo decorativo asa-no-ha (foglia di canapa) rappresentava forza e crescita rapida, e veniva indossato come augurio di vitalità e protezione.
Canapa durante la Seconda Guerra Mondiale
Durante la Seconda Guerra Mondiale le cartucce e i paracadute USA erano confezionati con tessuti di canapa, utilizzati anche per corde, vele e teli. Il governo americano addirittura lanciò la famosa campagna “Hemp for Victory” per incentivare i contadini a coltivarla durante il conflitto.
