Endometriosi e CBD: dalla natura, un aiuto per la gestione del dolore
L’endometriosi è una patologia ginecologica cronica caratterizzata dalla presenza anomala di tessuto simile all’endometrio — il rivestimento interno dell’utero — in altre aree del corpo, come ovaie, tube di Falloppio e pelvi. Questo tessuto, pur trovandosi fuori sede, continua a comportarsi come farebbe normalmente: si ispessisce, si sfalda e sanguina seguendo il ciclo mestruale. Tuttavia, non avendo una via di uscita dal corpo, il sangue si accumula nei tessuti, causando infiammazione, dolore, aderenze e, in alcuni casi, infertilità.
Si stima che in Italia circa il 10-15% delle donne in età fertile soffra di questa condizione, con conseguenze a volte invalidanti a causa dei forti dolori pelvici. Il trattamento tradizionale prevede solitamente una terapia farmacologica – se non chirurgica – con analgesici e/o contraccettivi orali, ma l’impiego del CBD a scopo antidolorifico e antinfiammatorio è sempre più diffuso e rappresenta una promettente opzione complementare nella gestione del dolore e dei sintomi correlati, soprattutto quando i trattamenti convenzionali non sono efficaci o ben tollerati.
Anche se la ricerca è ancora in evoluzione, le prove precliniche e le esperienze dirette delle pazienti suggeriscono che l’uso del CBD può migliorare significativamente la qualità della vita di molte donne.
Endometriosi: una condizione complessa che impatta la qualità della vita
L’endometriosi presenta sintomi che vanno oltre il dolore mestruale. Le donne che ne soffrono possono sperimentare:
- Dolore pelvico cronico, che peggiora durante il ciclo;
- Crampi intensi, sanguinamenti abbondanti e dolore durante l’ovulazione;
- Dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali);
- Disturbi gastrointestinali, simili a quelli della sindrome dell’intestino irritabile;
- Affaticamento persistente, ansia e depressione.
Tutto questo può impattare profondamente sulla qualità della vita, sulle relazioni personali e sulla salute mentale.

Trattamenti tradizionali: efficaci ma non sempre risolutivi
Il trattamento dell’endometriosi richiede un approccio terapeutico personalizzato. Le opzioni attuali includono:
- Antidolorifici: come FANS (ibuprofene, naprossene), utili nella gestione del dolore, ma non risolvono la causa.
- Terapie ormonali: inibiscono l’ovulazione per rallentare la progressione della malattia, ma possono causare effetti collaterali e non sempre sono ben tollerate.
- Chirurgia conservativa: rimuove le lesioni endometriosiche senza compromettere la fertilità, ma il rischio di recidiva è alto.
- Isterectomia/ovariectomia: in casi estremi, si procede con la rimozione dell’utero e/o delle ovaie, ma anche questo non garantisce una guarigione completa.
In molti casi, nonostante i trattamenti, il dolore persiste. Da qui nasce l’interesse crescente verso terapie complementari come il trattamento con il CBD (cannabidiolo).

Endometriosi e CBD: cosa dice la scienza?
Il CBD, uno dei principali composti non psicoattivi presenti nella pianta di cannabis, ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per le sue proprietà antinfiammatorie, analgesiche, neuroprotettive e ansiolitiche.
Il nostro corpo è dotato di un sistema endocannabinoide (ECS), coinvolto nella regolazione di funzioni come dolore, infiammazione, umore, sonno e risposta immunitaria. I recettori di questo sistema (CB1 e CB2) sono presenti anche nel tratto riproduttivo femminile, comprese ovaie, utero e tube di Falloppio.
L’utilizzo dei cannabinoidi nel contesto di questa patologia ginecologica, dunque, si basa sulla capacità dei principi attivi di intervenire sul controllo del dolore, le tensioni muscolari, l’infiammazione e l’ansia, tutti fattori che possono legarsi alla sintomatologia dolorosa.
Studi preclinici e risultati promettenti
Anche se gli studi clinici sono ancora limitati, le osservazioni offrono risultati molto interessanti:
- Riduzione del dolore: il CBD riduce la percezione del dolore cronico nei modelli preclinici, intervenendo sui meccanismi neuroinfiammatori.
- Effetto antinfiammatorio: riduce i livelli di citochine pro-infiammatorie come IL-6 e TNF-α, e aumenta citochine anti-infiammatorie come IL-10.
- Controllo della proliferazione: alcuni studi suggeriscono che il CBD possa inibire la crescita anomala del tessuto endometriosico.
- Effetti sull’umore e sul sonno: grazie all’azione su recettori serotoninergici e GABAergici, il CBD può aiutare a gestire ansia, depressione e insonnia, spesso legate al dolore cronico.

Endometriosi e CBD per la gestione del dolore
Studi osservazionali condotti in Australia e in Europa su donne con diagnosi confermata di endometriosi hanno rilevato che molte utilizzano la cannabis terapeutica (CBD e/o THC) come forma di autogestione del dolore. La maggior parte ha riportato:
- Riduzione dell’uso di farmaci tradizionali (antidolorifici, oppioidi);
- Miglioramento del dolore pelvico;
- Miglioramento della qualità del sonno e del benessere generale.
Come si può assumere il CBD?
In commercio ci sono molti prodotti CBD disponibili tra cui oli sublinguali, capsule e creme ad uso topico. Un’opzione può essere anche la vaporizzazione, che offre un sollievo rapido, ma meno duraturo rispetto alle altre tipologie di assunzione.
Poiché non esiste un dosaggio universale, si consiglia di iniziare con quantità ridotte e aumentare gradualmente, monitorando gli effetti. Il CBD è considerato un rimedio naturale, sicuro e privo di affetti collaterali, ma è fondamentale scegliere prodotti di alta qualità, certificati e di provenienza sicura.
Se soffri di endometriosi e vuoi integrare il CBD per la gestione di dolore e infiammazione, ti consigliamo di parlane con il tuo ginecologo o con un medico esperto, soprattutto in presenza di altre terapie in corso.
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