Categorie Antiproibizionismo Cannabusiness

I dubbi della Cassazione sul pasticcio del Decreto Sicurezza

È di questi giorni la notizia della pubblicazione di uno studio della Suprema corte di Cassazione che “boccia” il Decreto Sicurezza, sollevando dubbi di costituzionalità oltre che problemi di proporzionalità e di chiarezza, con critiche di merito e di metodo.

Negli ultimi tempi, chi come noi vive e lavora nel mondo della canapa legale si è ritrovato sotto assedio con l’approvazione del famigerato Decreto Sicurezza, che contiene l’emendamento volto a limitare – di fatto, a proibire – la vendita dei prodotti derivati dalla canapa industriale, anche quelli assolutamente legali e sicuri. Un fulmine a ciel sereno? Non proprio. Ma sicuramente un colpo che danneggia pesantemente l’intero settore, colpendo in modo ingiustificato realtà serie, trasparenti e regolarmente attive sul mercato.

La Cassazione “boccia” il decreto sicurezza

Il provvedimento aveva suscitato numerose polemiche, non solo tra gli operatori del settore e le associazioni di categoria, ma anche tra giuristi, esperti di diritto costituzionale e semplici cittadini. Il punto critico? Un intervento normativo punitivo e poco chiaro, inserito in un decreto d’urgenza – lo strumento più forte a disposizione del Governo – in un contesto che di emergenziale aveva ben poco.

Il rischio concreto era quello di criminalizzare un intero comparto economico che negli ultimi anni ha generato migliaia di posti di lavoro, promosso la riconversione agricola e risposto a una crescente domanda di benessere naturale da parte dei consumatori.

Dubbi di costituzionalità nel merito e nel metodo

Il 28 giugno 2025, la Corte di Cassazione ha pubblicato la sua analisi, esprimendo un giudizio che potrebbe segnare un punto di svolta decisivo. In un pronunciamento atteso e accolto con sollievo dal settore, la Suprema Corte ha rilevato “gravi dubbi di costituzionalità” sul decreto, sia nel merito che nel metodo.

Mancano i presupposti di urgenza che giustifichino il ricorso allo strumento del decreto-legge”, si legge nel dispositivo, sottolineando come l’inserimento di norme repressive su un settore così specifico e delicato all’interno di un decreto sicurezza generale rappresenti una forzatura procedurale.

Non solo: la Cassazione ha evidenziato anche profili di incostituzionalità nel contenuto stesso della norma, che introduce restrizioni senza un adeguato fondamento scientifico o statistico, e che rischiano di comprimere libertà economiche e diritti dei cittadini.

Un passo avanti per il settore (ma la battaglia non è finita)

La relazione della Cassazione non è una sentenza e non ha valore di legge, ma rappresenta una boccata d’ossigeno per tutta la filiera della cannabis light, che da anni si muove in un quadro normativo fragile, incerto e soggetto a continui cambi di rotta politici.

È un riconoscimento, seppur indiretto, della legittimità di un settore legale e regolamentato, che nulla ha a che vedere con il traffico illecito di sostanze stupefacenti, ma che viene troppo spesso strumentalizzato nel dibattito pubblico e legislativo.

«… in assenza della dimostrazione scientifica che l’uso dei prodotti derivanti da piante di canapa possa provocare effetti psicotropi o nocivi sulla base dei dati scientifici disponibili e condivisi», un atteggiamento che «potrebbe confliggere con principi di rango costituzionale».

L’opinione della Cassazione cambia qualcosa?

Il documento della Cassazione non risolve definitivamente la questione: ora la palla passa al Parlamento, che dovrà decidere se modificare, abrogare o riscrivere il testo normativo. Intanto, per chi lavora ogni giorno nel mondo della canapa, resta la necessità di una riforma organica, chiara e condivisa, che faccia finalmente uscire questo comparto dall’ambiguità e lo restituisca alla normalità.

La bocciatura del Decreto Sicurezza da parte della Cassazione è un passo importante per il buon senso e per il diritto, ma anche un segnale che non può essere ignorato: non si può legiferare sull’onda di ideologie o pregiudizi, soprattutto quando in gioco ci sono imprese, lavoratori e consumatori che hanno creduto in un modello di sviluppo sostenibile e trasparente.

 

Forse può interessarti anche questo articolo…

Il Codice della Strada “smontato” dai giudici

 

AZIENDA

 

* In caso di pagamento alla consegna si applica una commissione di 5,90€.

PER INFORMAZIONI

WhatsApp: 3519872410
Email: [email protected]

Ritiro in sede

Piazza Schiavone 19
20158 Milano (MI)
Italia

 
Mastercard Maestro American Express Visa Diners Club JCB Satispay Money
corriere
Hai bisogno di aiuto? Aiuto